GARMIN DYNAMIC POD
recensione di Mirko Sanna
Siamo sempre alla ricerca di innovazioni nel nostro sport. Dell'oggetto che può fornirci sempre qualche dato in più, perchè in fondo siamo tutti un po malati dei numeri.
Oggi ho provato il Dynamic Pod di casa Garmin. Scatola minimale, aperta ti ritrovi in mano un oggetto più piccolo di una pallina da ping pong. Peso inesistente, dichiarato 12g. Nessun tasto, solo la clip in gomma per agganciarlo ai pantaloncini, durata della batteria stimata in circa un anno, ma da valutare. Sinceramente l'ho acquistato pensando di poterlo utilizzare con l'app molto in voga Zwift, ma al momento della prova reale scopro che non è possibile associarlo all'app. Non riesco a darmi una spiegazione anche perché funziona tramite connessione bluetooth, quindi prima nota negativa. Non mi lascio intimorire, lo indosso e parto a correre. Diciamo che durante gli allenamenti, si tende sempre a tenere sotto occhio i soliti valori, che sono passo, timer e frequenza cardiaca, il dynamic pod offre dei valori che spesso si analizzano nel post allenamento/gara.
Infatti valori come cadenza, lunghezza passo, rapporto verticale, oscillazione verticale, bilanciamento e tempo di contatto con il suolo non sono dati che osserviamo durante una gara o durante una ripetuta, ma magari si possono tenere di conto se facciamo una sessione di tecnica di corsa. Ma questi valori sono davvero innovativi? In realtà no, le fascie cardio garmin già offrivano questo tipo di dati. E allora perché creare un nuovo sensore dal prezzo medio/alto (60 €) per misurare dati che già erano disponibili? La risposta è abbastanza semplice, tutti i più nuovi sport watch firmati garmin, hanno la misurazione del battito cardiaco al polso, e sono tanti gli atleti che proprio non sopportano quella fascia durante gli allenamenti più impegnativi o le gare. Ecco che il Dinamic pod offre la possibilità di avere i dati relativi alle dinamiche di corsa senza indossare la fascia e tra l'altro è talmente leggero che si scorda proprio di avercelo, a proposito di questo è proprio il vostro garmin che vi ricorda di rimuoverlo dai pantaloncini. Facendo un passo indietro vale la pena analizzare cosa sono i dati forniti dal nuovo dispositivo:
– Cadenza: ossia il numero di passi che vengono eseguiti nell'arco di un minuto, espresso in ppm (passi per minuto), lo stesso per ciò che riguarda le rpm in bici.
– Lunghezza del passo: si capisce da subito che questo valore si riferisce all'ampiezza della falcata espressa in metri;
– Oscillazione verticale: qui entriamo un po più nel tecnico e nella corretta esecuzione della corsa. Infatti qui si inizia ad analizzare l'efficienza di corsa. Con questo valore si misura quanto durante la corsa il nostro corpo si muove in senso verticale. Più questo valore è alto meno è efficiente la nostra corsa, poiché le energie sprecate per spostarsi verso l'alto potrebbero essere usate per la propulsione in avanti;
– Rapporto verticale: è un valore che si esprime in percentuale ed è il rapporto fra l'oscillazione verticale e la lunghezza di falcata. Va da se che più questo rapporto è basso più la corsa è efficiente.
– Bilanciamento: misura quanto sono simmetrici i piedi nel tempo di contatto con il suolo, questo valore si può paragonare con un misuratore di potenza nella bici, quando andiamo a valutare quanto ogni gamba spinge sui pedali. In questo modo possiamo valutare se ci sono differenze tra piede sinistro e destro. L'ideale e che il bilanciamento sia al 50% per ogni piede.
– Tempo di contatto con il suolo: si misura in millisecondi e va a valutare il vero e proprio tempo in cui il piede poggia in terra. Meno tempo si ha contatto con il suolo, più veloce sarà la nostra falcata, più propulsione avremo verso in avanti e migliore sarà a nostra efficienza di corsa.
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CONCLUSIONI:
Vale la pena spendere questi 60 €? NI. Nel senso, se siamo quel tipo di atleti che non sopporta la fascia cardio al petto allora si, questo strumento ci da la possibilità di analizzare nel dettaglio la nostra corsa con uno strumento dal peso piuma che non da per nulla fastidio. Se la fascia cardio invece non ci da nessun problema allora no, questo strumento non ci da ne più ne meno di quello che già avevamo. Anche perché questo dispositivo è compatibile solo con le ultime generazioni di orologi firmati dalla casa del Kansas.
SANNA MIRKO